La carovana promossa dall’associazione YaBasta Êdî Bese! utilizza le discipline dell’hip hop per alleviare i postumi delle dure condizioni a cui sono soggetti i bambini gazawi: bombardamenti, povertà e assedio. Intanto la scorsa notte un palestinese è stato ucciso e tre soldati israeliani feriti in uno scontro a fuoco lungo le linee tra Gaza e Israele

ASCOLTA L’INTERVISTA AL DOTTOR DARIO FICHERA, COORDINATORE DEL PROGETTO



È partita la carovana “Gaza Is Alive 2019″promossa dall’associazione YaBasta Êdî Bese! in collaborazione con Musicon e.V., Graphite HB e Another Scratch in the Wall. Il team è composto da Dario Fichera,coordinatore del progetto, dal rapper napoletano Vincenzo “Oyoshe” Musto, dal graffiti writer Davide “Smake” Nuzzi, dal ballerino franco-algerino Thomas Khalifa e da Alberto “Alby” Scabbia, nome storico della scena Hip Hop italiana, ideatore del Wag Lab di Milano e produttore musicale. A loro sarà affidata parte didattica della metodologia sviluppata in collaborazione con lo psicologo e professore dell’Università “Bicocca” di Milano Alberto Mascena e dalla mediatrice culturale e dance-therapist Virginia Danese.

Il progetto infatti intende applicare in modo innovativo l’ormai sperimentata forma della musicoterapia in un contesto complicato come quello di Gaza, utilizzando le discipline dell’hip hop per tentare di alleviare i postumi delle durissime condizioni a cui sono sottoposti i bambini gazawi: bombardamenti, povertà e assedio.

Gli insegnanti saranno coadiuvati dalla psicologa Valentina Nessenzia,dal videomaker Fabio Saitto e dal fotografo e social media manager Fabio D’Alessandro.

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Il tentativo è quello di creare spazi politici e sociali a partire anche dalla musica lì dove a farerumore troppo spesso sono soltanto le bombe. Ad accogliere gli attivisti e le attiviste ci saranno la ONG PCRF ed  i vari artisti e insegnanti locali con i quali andremo a costruire i laboratori per i bambini; tra queste la prima crew Hip Hop della Striscia: alcuni dei Camps Breakers, di cui abbiamo avuto il piacere di ospitare uno dei fondatori, Ahmed Alghariz, e il rapper gazawo Ayman.

Il progetto è stato reso possibile grazie alle numerose iniziative di raccolta fondi realizzate negli ultimi mesi e alla solidarietà dal basso- È bene ricordare che il sostegno alla comunità locale passerà anche attraverso una dignitosa retribuzione dei soggetti, che si prenderano cura di proseguire i workshop e tenere aperti quegli spazi di aggregazione “alternativa” che il progetto tenterà di sottrarre a chi, invece, propone come unico modello aggregativo quello strettamente legato al controllo religioso.

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Non pochi sono stati, in questi mesi, gli intoppi burocratici, ma nessuno ha mai pensato di arrendersi! A renderci ancora più convinti della bontà del progetto il recente bombardamento israeliano della Striscia durante la nostra presenza che, nella sua tragicità, ci ha ricordato la devastante condizione psicologica dei bambini gazawi. Nena News

Tratto da: https://nena-news.it/audio-gaza-is-alive-e-hip-hop-la-musicoterapia-per-i-bimbi-di-gaza/

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