Il Progetto “Gaza is Alive 2019”

Intervento psico-sociale per la CB Crew del campo profughi di Nusseirat

1. Premessa1.1              Contesto socio-politicoI recenti conflitti avvenuti sulla Striscia di Gaza (2009 – 2014) e gli ultimi eventi politici (la “Grande marcia del ritorno”) hanno spinto la popolazione verso una condizione sociale fortemente critica, aggravata anche da diversi fattori strutturali. La condizione economica (alta disoccupazione, mancanza di acqua potabile, malnutrizione, ecc.), e i servizi di welfare poco efficienti completano un quadro allarmante. Inoltre, l’embargo totale imposto da Israele da 11 anni ha determinato una crisi socio-economica senza precedenti. La disoccupazione giovanile è al 60% e i livelli di povertà sono aumentati dal 30 al 50% negli ultimi anni. Questi fatti hanno influenzato negativamente la vita delle persone, specialmente dei bambini, che rappresentano i soggetti più vulnerabili.1.2              La condizione psicosociale della popolazioneLa salute psico-sociale delle persone è, oggi, una delle dimensioni più urgenti da affrontare. Traumi psicologici causati dai conflitti, divorzi, abusi domestici, suicidi nelle famiglie hanno raggiunto livelli  preoccupanti. In più, a completare uno scenario già di per sé complesso, si presenta un grosso problema dato dalla dipendenza da Tramadol, un farmaco oppioide spesso usato dalle persone come sostanza per affrontare il malessere psicologico.In seguito ai conflitti, molti bambini hanno perso i loro genitori e hanno sviluppato diverse forme di sofferenza. Secondo una ricerca di “Save The Children” (2018), il 95% dei bambini intervistati mostra sintomi depressivi, iperattività, isolamento e aggressività. Molti di loro, infatti, sono nati e cresciuti durante le ultime guerre che hanno devastato il territorio. Almeno il 68% afferma di avere problemi a dormire e il 78% considera come fonte di paura principale il suono degli aerei di guerra, che insieme ai droni sorvolano spesso il cielo della Striscia di Gaza. Sulla base dei recenti rapporti PCRF (2014-2018) è stato dimostrato che i bambini e le famiglie hanno bisogno di una serie di azioni volte alla cura della loro salute mentale, soprattutto nelle aree marginali della zona (vicino al confine con Israele e nei vari campi profughi) dove il livello di stress è più elevato e dove è più difficile portare aiuto.Mappa della Striscia di Gaza
1.3 Il destinatario del progetto nella Striscia di Gaza: la “CB Crew”La crew di break-dancers denominata “CB Crew” (Camps Breakers crew, break-dancers of Palestine) nasce ed è presente nella Striscia di Gaza dal 2003, e svolge attività per i giovani del campo profughi di Nusseirat dal 2004. I fondatori sono dei giovani ballerini palestinesi. Oltre alle attività educative strettamente legate al ballo, all’Hip Hop e all’arte, la crew e l’accademia hanno radicato i legami con la società civile locale attraverso iniziative di vario genere, anche in collaborazione con l’agenzia UNRWA delle Nazioni Unite. Informazioni più dettagliate possono essere reperite in rete all’indirizzo www.campsbreakers.com.Attualmente la scuola necessita di fondi per sostenere i costi relativi all’affitto dei locali, la strumentazione, i corsi di danza, scrittura, musica e rap. Fino ai tempi recenti la scuola era finanziata dalle rette mensili pagate dalle famiglie, che oggi subiscono sempre di più gli effetti della crisi economica. Risultato di tale drammatico quadro è l’abbandono della frequenza dei corsi da parte dei bambini. Gli insegnanti, inoltre, sono retribuiti solo parzialmente e, quindi, sono costretti ad impiegare parte della loro giornata in altre attività lavorative, mettendo di conseguenza in secondo piano la loro formazione e la pianificazione delle attività di insegnamento.In base a quanto delineato, si identificano i seguenti tre obiettivi specifici:1.              Prevedere una copertura economica che possa rendere gratuiti i corsi per i ragazzi; un’adeguata retribuzione per gli insegnanti e la loro formazione continua, sia in termini artistici, che pedagogici.2.              Una serie di workshop tenuti da artisti Hip Hop professionisti rivolti agli insegnanti della scuola, al fine di sviluppare nuove e più interessanti competenze e tecniche.3.              Implementare una formazione relativa alle teorie e pratiche di sostegno psico-sociale rivolta agli insegnanti della scuola e agli psicologi locali, in modo da connettere le attività artistico-musicali al benessere globale dei bambini e degli adolescenti. L’idea è anche quella di creare un gruppo di formazione “misto”, composto sia da insegnanti sia da psicologi, che segua tutto il percorso dei bambini.Rispetto alle ricadute sociali, i beneficiari diretti sono gli insegnanti della CB Crew School. I beneficiari indiretti sono i minori che abitano nel campo profughi di Nusseirat.1.4 PromotoriI promotori sono varie organizzazioni: l’Associazione “Ya Basta! Êdî Bese!” impegnata nella promozione della giustizia sociale; l’Associazione “Musicon e.V.” che si occupa di insegnamento della musica in Germania; le associazioni culturali “Grafite HB”e “Another Scratch in the wall”, realtà molto attive nella promozione dell’arte urbana in Italia.Grazie a queste associazioni sarà  possibile ampliare la rete di sostegno alle iniziative che verranno svolte nel campo di Nusseirat. Le sopracitate associazioni saranno coinvolte negli eventi collaterali di promozione e di raccolta fondi, nonché nella partecipazione attiva al progetto in questione, collaborando alla produzione del materiale informativo, prima e dopo la permanenza a Gaza.1.5 PartnerÈ prevista la partnership con PCRF (Palestine Children’s Relief Fund) che metterà a disposizione psicologi e assistenti sociali esperti in PTSD già operanti sul territorio.Un partner prestigioso e qualificato sarà la facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano “La Bicocca”.L’Associazione Resilia collaborerà attraverso la partecipazione di una mediatrice culturale esperta in Danza e Musicoterapia.  2. Obiettivo L’obiettivo principale del progetto è fornire strumenti artistici e psico-sociali agli insegnanti della CB Crew, al fine di strutturare una proposta formativa che sappia utilizzare l’Hip Hop come metodo per affrontare le sofferenze psicologiche dei minori che subiscono gli effetti devastanti della guerra. Ponendo particolare attenzione al P.T.S.D., saranno implementate tutta una seri di azioni che fanno riferimento alle discipline artistiche legate all’Hip Hop.Sulla base di recenti ricerche, l’utilizzo di queste pratiche in contesti educativi e scolastici si rivelano uno strumento importante di crescita per molti giovani in tutto il mondo.3. Hip Hop e trauma di guerra: la metodologiaLe modalità di un percorso educativo attraverso le discipline artistiche dell’Hip Hop possono risultare inedite per molti educatori od insegnanti, soprattutto per il grado di formazione e conoscenze della cultura Hip Hop che quest’ultimi dovrebbero avere.La metodologia del progetto si basa su una convinzione: se puoi “raccontare” il disagio, se è possibile una sua narrazione attraverso uno spazio fisico e simbolico, la sofferenza può essere gestita e notevolmente ridotta.IL RAP – stimolare ed insegnare all’individuo a scrivere narrative può rivelarsi un efficace strumento di mediazione tra sé stessi ed il mondo circostante, dando modo all’educatore di comprendere le sue sensazioni e la visione personale del contesto. L’alias (nome d’arte) che solitamente i ragazzi si attribuiscono in questi contesti, contribuisce a creare una protezione e stimolare ulteriormente l’esternazione delle proprie frustrazioni, disagi e desideri. La scrittura stimolerebbe, quindi, a rivivere le proprie esperienze conferendo ad esse una nuova forma e, di conseguenza, una percezione più concreta del contesto sia interiore che esteriore.LA MUSICA – sulla base di ricerche recenti è stato dimostrato ampiamente quanto la musica contribuisca a superare il PTSD ed altri traumi legati al disagio e/o alle situazioni di conflitto.Ci si propone di insegnare, attraverso l’uso di semplici programmi musicali e dispositivi tecnologici, la possibilità di creare musiche. Nella cultura Hip Hop questo avviene esplorando (ascoltando) tutta la musica senza eccezione, in quanto impegna il soggetto nella ricerca di batterie, melodie, suoni e quant’altro, da poter tagliare e ricucire per creare un proprio brano inedito. L’uso delle tecnologie, inoltre, è fondamentale per mantenere l’individuo in costante contatto con la contemporaneità della società ormai mutevole a velocità incredibile.IL BALLO – le potenzialità del ballo non hanno bisogno di essere enunciate: da sempre è una delle forme artistiche ritenute a livello globale tra le più formative. La peculiarità della break-dance è la sostituzione degli atti aggressivi con passi di danza, spingendo l’individuo a dirigere la propria rabbia nello studio di posizioni e figure atte al confronto in una sfida di ballo, basata sull’autocontrollo e controllo del proprio fisico.SCRITTURA – il lavoro consiste nell’esercizio e pratica costante della scrittura, inizialmente lavorando sul proprio alias (nome d’arte), in modo da sviluppare autostima e volontà di esistere e di affermarsi, per poi procedere alla rielaborazione delle lettere in nuove forme e colori.Sia la scrittura latina che quella araba (benché sia corsiva) si prestano bene ad essere caratterizzate dallo scrittore attraverso modifiche, senza perdere il loro significato.Questa pratica consente di arricchire le lettere con elementi che per l’educatore saranno indici espressivi e comunicativi. L’armonia tra le forme e i colori verrà insegnata, per contribuire alla formazione del concetto dell’equilibrio e quindi sviluppare la stabilità.4. AzioniAl fine di ottenere il finanziamento per le attività necessarie al raggiungimento degli obiettivi, e dunque la piena sostenibilità del progetto, saranno previste diverse strategie di raccolta fondi quali crowdfunding in rete, la partecipazione a bandi di microfinanza ed organizzazione di eventi di autofinanziamento (concerti di beneficenza, cene sociali, ecc).É bene sottolineare che questo progetto non vuole essere assistenzialista, ma si prefigge lo scopo di rendere indipendenti e pienamente responsabili i soggetti destinatari della formazione sul campo, creando i presupposti per un’opportunità di emancipazione economica e professionale. Per tale motivo, bisogna mettere in preventivo di spesa una quota di retribuzione adeguata degli insegnanti locali che prenderanno in carico i bambini e garantiranno loro la frequenza dei corsi gratuiti.Il progetto avrà una durata totale di 3 mesi. Nelle prime tre settimane un team di professionisti europei svolgerà una serie di attività direttamente nel campo.

Il progetto si articolerà in 3 fasi operative

•              Fase 1: Workshop e Jam con artisti e professionisti internazionaliUn team composto da: 1 b-boy; 1 b-girl; 1 writer; 1 producer musicale; 1 esperto di cultura Hip Hop; 1 insegnante di musica; 1 psicologo esperto in PTSD; 1 video-maker ed 1 coordinatore di progetto si recherà per due settimane presso la striscia di Gaza per incontrare insegnanti, psicologi e giovani del luogo ed effettuare dei workshop sul rapporto tra intervento psico-sociale e Hip Hop (graffiti-writing, breakdancing, produzione musicale e rap mc’ing). Al termine delle due settimane sarà organizzata una Jam dimostrativa.In tale fase gli insegnanti palestinesi riceveranno una duplice formazione: una strettamente tecnico-artistica, e l’altra di tipo socio-psico-pedagogico in merito all’utilizzo dell’Hip Hop come dispositivo d’intervento per le principali psicopatologie dei bambini di Gaza (tra cui PTSD). Gli insegnanti saranno affiancati da due psicologi: uno italiano e l’altro palestinese.Tutte le attività avranno l’obiettivo di promuovere comportamenti positivi (autostima, umorismo, creatività).Al rientro del team in Europa, inizierà la produzione di un video-documentario sulle attività svolte, da proiettare per raccontare l’esperienza ai finanziatori, alle associazioni interessate ed al pubblico in generale.•              Fase 2: Formazione in loco e pianificazione strategicaCostruzione di un gruppo collaborativo e multidisciplinare composto da insegnanti di HIP HOP, psicologi e operatori sociali locali, fornire loro gli strumenti di lavoro necessari e pianificare insieme le strategie a lungo termine per i bambini e le famiglie di Nusseirat. Saranno identificati, ed opportunamente formati, dei supervisori.•              Fase 3: Monitoraggio e supporto a distanzaCon cadenza settimanale, e per la durata di 9 settimane, tutti i soggetti coinvolti si incontreranno in video-conferenza on-line per un debriefing che abbia lo scopo di fare il punto della situazione, analizzare e superare eventuali criticità e relazionare i successi e gli obiettivi raggiunti. Tutte le attività saranno monitorate attraverso i supervisori per definire le metodologie degli interventi terapeutici specifici, secondo la diagnosi effettuata durante le attività. Sarà previsto un processo di valutazione costante e un follow up finale.Attività di ricerca, valutazione e monitoraggio saranno promosse durante tutte le fasi del progetto. Un report finale sarà redatto alla fine del progetto, da tutti i soggetti coinvolti.