Scrivere di Hip Hop non è sempre semplice, perché l’Hip Hop è qualcosa che si vive, ti scorre dentro le vene, lo senti nell’anima. E questo è quello che accade a Sara, una ragazza nata e cresciuta a Gaza, che nella freschezza dei suoi 16 anni riesce a stupirci lasciandoci senza parole.
Quando la guardi, con i capelli semi nascosti sotto il suo foulard nero, traspare la sua riservatezza, una timidezza che non le rende giustizia. Però Sara non è timida, nè tantomeno riservata, da lei emerge tutta la voglia di raccontarsi e di raccontare la sua storia!

Ma partiamo dall’inizio. Sara è stata la prima ragazza a partecipare ai nostri workshop, già questo denota una determinazione fuori dal comune, ed è stata un esempio per il gruppo e le ragazze che successivamente si sono unite a noi. E’ vero, ha partecipato ai workshop di tutte le discipline (ballo, canto e disegno), ma aveva già le idee chiare su cosa volesse fare: la sua passione è il rap!

E allora abbiamo deciso di assecondare questa passione credendo in lei e nel suo talento, come difficilmente accade da queste parti, inizialmente affiancandola nella scrittura collettiva delle canzoni, ma non era abbastanza.
Quando l’abbiamo conosciuta, si è presentata con un foglietto con le sue rime e oggi abbiamo registrato, con Oyoshe e Ayman, il suo primo pezzo.
Non vediamo l’ora di farvelo sentire, perché è una vera bomba!!

Fino a qui vi abbiamo raccontato la storia di Sara, ma come lei ci sono Mohammed, Ibrahim, Tom… ognuno con la propria “skill”, ognuno con la sua storia da raccontare.

Non siamo qui solo per divertirci insieme a loro, ci siamo anche e soprattutto per dare un supporto psicologico.

Il lavoro su cui ci siamo concentrati oggi, nel momento collettivo di riflessione che ci ritagliamo quotidianamente, ha preso spunto dal libro “Angry Octopus”, la storia di un polpo, il quale, dopo aver subito la distruzione della propria casa da parte di alcuni astici, viene assalito dalla rabbia, tanto da liberare tutto il suo inchiostro ed attirare l’attenzione di una sirena che lo aiuterà nella gestione della collera.
Sono emerse, dal racconto dei bambini, le reazioni più comuni nei confronti delle ingiustizie subite, reazioni che proveremo a trasformare in musica, danza e pittura.

Stiamo migliorando! Di giorno in giorno.

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