Mentre il nostro graffito comincia a prendere forma, grazie alla collaborazione tra @Smake e il bravissimo calligrafo palestinese @Yazid, lasciamo all’abile penna di @oyoshe il racconto di un’altra straordinaria giornata

Free your mind.
Ogni giorno, prima di iniziare le nostre attività ludico-ricreative, ci confrontiamo con quelli che sono i pensieri dei nostri bambini e ragazzi e , inevitabilmente, non possiamo fare a meno di trovarci dinanzi a quelle che sono le paure del riflesso di una realtà fatta di oppressioni e frustrazioni schiaccianti.

Sto imparando a conoscere il popolo Palestinese e comprendo sempre di più che la tolleranza è la chiave per relazionarsi.

In questi giorni, grazie a quello che mi compete, ovvero il rap, ho modo di capire cosa passa per la testa a questi adolescenti: “voglio morire”, “scavare un tunnel e scappare”, “scappiamo dal gigante che ci schiaccia”, “mi prendo a schiaffi fino a scomparire”.

Queste sono solo alcune delle frasi che cerco di evitare e sostituire con pensieri positivi in rima, con il carisma e la forza di volontà che, almeno per quello che mi concerne, solo l’hip hop riesce a darmi.

Gli occhi e le parole dolci in rima di Sarah, la velocita di apprendimento di Mohammed, lo sguardo perso nel vuoto sorprendemente trasformatosi in occhi a mezza luna di Amhed sono solo alcune delle cose che mi stanno dando tanta forza in questi ultimi giorni, dilazionando e rallentando il tempo, liberando la nostra mente dall’ingombro dei mostri della vita vera per qualche ora, distanziandoli con abili mosse di danza, colorandoli con i colori vivaci o tenendoli alla larga con parole sparate a più non posso…

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